CAPOLAVORI DI PALAZZO REALE: pendola con il Ratto delle Sabine

Le Pendole sono esempi di grande interesse artistico, riportando la firma di Francesco Manfredini e il titolo di Orologiere del Re: la pendola delle Sabine, la pendola della Musa Polimnia e la pendola di Apollo e Diana - recanti la firma di Manfredini sul quadrante - sono tutti custoditi nel Palazzo Reale e risalgono ai primi anni di attività della Manifattura Eugenia, fondata a Milano nel 1807 dai tre fratelli Manfredini per volere del vicerè d’Italia Eugenio de Beauharnais.

In particolare la pendola delle Sabine, il cui nome deriva dal dipinto Le Sabine di Jacques-Luis David, che i Manfredini devono aver ammirato durante il loro soggiorno parigino. L'orologio risale al 1807, anno in cui Francesco Manfredini fu nominato Orologiaio del Re - il quadrante porta infatti la firma Manfredini Orolo.ro del Re a Milano.

Il gruppo bronzeo che circonda il quadrante della pendola è chiaramente ispirato alla scena principale del dipinto di David, con la ripresa della figura femminile che slancia le braccia verso l’alto per mettere in salvo il suo bambino e il gruppo dei due soldati armati e della donna nel mezzo che cerca di portare pace tra di loro. La battaglia sembra continuare nel fregio sottostante, ma qui il pathos viene smorzato dalla mancanza di una scena sulla destra. Il gruppo bronzeo, infatti, è stato trafugato in passato e ad oggi non è stato ritrovato. 

È probabile che i Manfredini siano stati affiancati da altri artigiani per la realizzazione di questi splendidi manufatti. Infatti, se gli ingranaggi sono senza dubbio attribuibili alla manifattura italiana, le parti decorative in bronzo delle pendole potrebbero essere opera di artigiani francesi.
A sostegno di questa tesi, ci sarebbero somiglianze e affinità di stile con i modelli di orologi prodotti da Claude Galle e Pierre-Philippe Thomier e il fatto che ci sono più esempi dello stesso orologio, tutti simili tra loro, ma firmati da diversi artigiani.


Ad esempio, la stessa pendola delle Sabine ha un esemplare gemello, oggi esposto nella Green Drawing Room del Castello di Windsor e anch'esso risalente al 1806 circa.

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