Architettura

Scalone d'onore del Piermarini ph. Piero Simonetto
Scalone d'onore del Piermarini ph. Piero Simonetto

Palazzo Reale nasce come Palazzo del Broletto - definito poi “Vecchio” per non confonderlo con il Broletto Nuovo, l’attuale Palazzo della Ragione. Il termine Broletto nel Medioevo indicava genericamente un’area recintata, ma a Milano divenne il palazzo del municipio, un luogo cioè destinato a governare la città, dove si svolgevano le assemblee cittadine e si amministrava la giustizia.

Con i Visconti, il Palazzo acquista dimensioni imponenti e una  magnificenza che anticipa le corti rinascimentali. Viene chiamato a corte anche Giotto.

La prima ristrutturazione

Nel 1535 i nuovi governatori spagnoli si insediano nel Palazzo Ducale dove intraprendono importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento, tra i quali la costruzione al suo interno del primo teatro di Milano (1594), che sopravviverà fino al 1776, anno in cui venne decisa la sua demolizione e la contemporanea costruzione del celeberrimo attuale Teatro alla Scala.

Il rinnovo degli arredi e il progetto del Piermarini

Saranno gli austriaci, subentrati nel governo della città agli spagnoli nella seconda metà XVIII secolo, ad organizzare la ristrutturazione del Palazzo, internamente ma anche esternamente, nelle forme che possiamo vedere anche oggi.

Gli arredi vengono totalmente rinnovati, il cortile interno viene reso meno cupo e la Chiesa di San Gottardo con il suo campanile viene inglobata come Regia Ducale Cappella. Al piano nobile vengono restaurati il Salone dei Festini e quello delle Udienze, poi unificati nell’imponente Sala delle Cariatidi, e viene creata una Salle à manger, destinata a pranzi e cene di gala, secondo la moda francese dell’epoca e oggi adibita a sala espositiva.

Nel 1769 Firmian, governatore generale della Lombardia austriaca, chiama l’architetto Vanvitelli, pittore e architetto italiano di origine olandese già autore della Reggia di Caserta, perché realizzi anche a Milano una reggia degna del prestigio degli Asburgo. Vanvitelli propone l’abbattimento di tutto il fabbricato e la costruzione di una nuova Reggia, ma Vienna non vuole affrontare il gravoso impegno economico e chiede al suo allievo Giuseppe Piermarini di pensare ad una soluzione più economica. Con il lavoro di Piermarini scompare ogni testimonianza architettonica dell’arte lombarda e tutto il palazzo assume le vesti neoclassiche: in otto anni, dal 1770 al 1778, l’opera del Piermarini si compie e il Palazzo diventa dimora di regnanti. 

Piermarini trasforma il Palazzo in una Reggia neoclassica, demolendo l’ala d’ingresso, riducendo il cortile maggiore a piazzetta aperta e ricostruendo la facciata. Con questa nuova veste la reggia si affaccia su Piazza  Duomo e nasce l'attuale Piazzetta Reale. Piermarini realizza lo Scalone d’Onore che porta al piano nobile e arricchisce una serie di sale con l’aiuto dei maggiori artisti, pittori e decoratori attivi a Milano: Martino Knoller, Traballesi, Giocondo Albertolli e Giuseppe Maggiolini.

Il massimo splendore

Durante l’era napoleonica il Palazzo toccò l’apice dello splendore grazie alle decorazioni  dell’Appiani e agli interventi edilizi del Canonica e del Tazzini Gli austriaci, ritornati a Milano dopo il congresso di Vienna, continuarono l’opera di abbellimento  del Palazzo Reale grazie alla maestria di Francesco Hayez e di Pelagio Pelagi.

I restauri

I progetti ventennali di recupero e restauro iniziati nel 1980 e seguiti dall’architetto Alberico B. Belgiojoso, hanno restituito nel 2008 al pubblico le sale appartenenti al  periodo neoclassico e le 12 stanze del vecchio Appartamento dei Principi grazie dall'impegno del Comune di Milano, di Fondazione Cariplo e dalla collaborazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e del Paesaggio di Milano.

 

Scopri le sale più belle del Palazzo

Sala dei Ministri o della Rotonda

Sala del Trono di Napoleone 

Sala delle Otto Colonne

Sala delle Quattro Colonne

Anticamera di Sinistra

Prima Sala degli Arazzi

Seconda Sala degli Arazzi

Terza Sala degli Arazzi

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Scalone d'onore del Piermarini ph. Piero Simonetto