CAPOLAVORI DI PALAZZO REALE: Ritratto di Lady Digby

Van Dyck, Ritratto di Lady Venetia Digby
Van Dyck, Lady Venetia Digby come allegoria della Prudenza, 1633

 

“Lady Venetia Digby come allegoria della Prudenza”, dipinto da Antoon Van Dyck nel 1633 (olio su tela, 242 x 155 cm), si trova nell'inventario di Palazzo Reale dal 1857 e oggi è esposto nell' Anticamera di Sinistra.

Venetia Stanley, moglie di sir Kenelm Digby, era una delle dame più ammirate e chiacchierate della aristocrazia inglese al tempo del re Carlo I: le sue avventure amorose erano celebri quanto la sua bellezza, esaltata da una carnagione paragonata alle “rose di Damasco”. Il dipinto di Palazzo Reale è insieme una memoria della fresca bellezza e  un autentico “monumento” simbolico alle virtù della gentildonna, probabilmente eseguito subito dopo la precoce morte, avvenuta il primo maggio del 1633.

Nel ritratto tre amorini portano una corona d’alloro sulla testa di lady Venetia Digby, omaggio alla sua virtù. Vestita con un ampio mantello rosso “all’antica” ma con una pettinatura e dei gioielli che corrispondono alla moda del suo tempo, la gentildonna è seduta su un semplice blocco squadrato di pietra, simbolo di solidità morale. Van Dyck esalta la freschezza dell’incarnato della giovane donna, addirittura proverbiale negli ambienti dell’aristocrazia londinese. Lady Venetia accarezza un po’ distrattamente due colombe bianche, simbolo di innocenza e di fedeltà coniugale. Nella mano destra la dama tiene un serpente, attributo tradizionale della virtù della Prudenza: questo dettaglio ha fatto erroneamente pensare in passato che potesse trattarsi di un riferimento alla regina Cleopatra. Sulla sinistra giacciono a terra, sconfitte, tre figure allegoriche: in secondo piano la Frode, con due volti, incatenata; più avanti, l’amore profano, bendato, e un altro amorino in lacrime, con la fiaccola spenta e con le gambe che terminano in un coda di serpente, allusione al peccato.

 

Splendido esempio di grande ritratto barocco, mostra l’intelligente mediazione tra Italia e Fiandra, e in particolare tra Tiziano e Rubens, i punti di riferimento costanti per Van Dyck. La celebrazione ricca di simboli e figure allegoriche si combina con la radiosa immagine della bella dama, in una posa dinamica e insieme raffinata.

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Van Dyck